Quali i fondamenti culturali
Il peccato originale dei quartieri periferici è dato dalla marginalità culturale.
Non sempre la lontananza dal centro è sinonimo di emarginazione (basti pensare a Milano 2 ecc.): le zone periferiche per essere tali devono essere abitate dalla parte di popolazione che è politicamente, socialmente, economicamente periferica.
Periferia lo è stata per decenni Bari Vecchia o il quartiere Libertà che ancora presenta gravi sintomi di marginalità causata da processi sociali e culturali degenerativi.
Né è sufficienze fornire tali zone di strutture per garantirne il recupero sociale; basti pensare ad Enziteto e Catino.
L’emarginazione è un atteggiamento culturale: noi abbiamo accettato di pagare poco le nostre esigenze abitative sub-accettando passivamente un’ingiusta ed ingiustificata prospettiva di abbandono sociale e politico da parte della Pubblica Amministrazione.
La scelta di marginalità e la derivata assenza di qualsiasi prospettiva futura sono il maggiore impedimento alla crescita sociale e la causa principale della fuga di tutti quelli che possono. La scelta di non contare negli equilibri cittadini, o di scegliere un ruolo secondario, quello di chi raccoglie le briciole dal tavolo dei commensali, è la causa principale dei problemi di disadattamento dei nostri ragazzi della crescita di microcriminalità e dell’analfabetismo di ritorno che affligge i nostri giovani.
La colpa di tutto questo è principalmente nostra.
Della nostra inerzia, pigrizia intellettuale, del nostro egoismo.